Secondo l’ultimo report sull’e-commerce di Casaleggio Associati, in Italia, ci sono oltre 3 milioni e mezzo di nuovi clienti italiani che hanno scoperto la rapidità e l’efficienza del mercato virtuale.
E-commerce sostenibile: la logica del mercato del second hand
Gli e-commerce sono business che, in particolare nel periodo del lockdown, hanno subito importanti processi di riforma e di modifica sulla scia della sostenibilità. Si è rilevato, in poco tempo, per ragioni d’esigenza, come il metodo d’acquisto delle persone cambi, creando battute d’arresto a modus operandi che sino ad allora erano considerati imprescindibili per la commercializzazione dei prodotti di un’azienda. E questo muta e cresce con la consapevolezza dell’impatto ambientale delle spedizioni.
Per queste ragioni il tema della sostenibilità è diventato sempre più rilevante nella scelta dei brand e dei prodotti.
Il colosso Amazon, ad esempio, ha di recente lanciato l’etichetta “Climate Pledge Friendly”, una nuova certificazione di sostenibilità per identificare prodotti che, pur non avendo necessariamente un aspetto molto diverso da altri, hanno un design più efficiente. Rimuovendo l’acqua e l’aria in eccesso, i prodotti necessitano di confezioni più piccole e diventano più efficienti da spedire. Su larga scala, queste piccole differenze di peso o dimensioni del prodotto portano a significative riduzioni delle emissioni di CO2. Il progetto è svolto con soggetti certificatori esterni per mettere in evidenza i prodotti che soddisfano gli standard di sostenibilità e contribuiscono a preservare la natura. Una vision per il mercato che è stata in poco tempo ricreata da altri grandi colossi interessati al mondo dell’e commerce, di cui Amazon resta leader mondiale.
Sono sempre più numerosi i brand che mirando alla riduzione nell’uso della plastica nei propri imballaggi.
Quando si acquista online, la sensazione di quanto imponente sia la macchina organizzativa che si determina è più complicata da percepire per il consumatore finale, ma logistica, trasporti, imballaggi, consumi ed emissioni, presentano delle criticità che il settore e-commerce deve costantemente migliorare per venire incontro alle nuove esigenze del mercato.
Secondo il web magazine Dcommerce.it, il settore manifatturiero è, per esempio, attualmente, uno dei più inquinanti. Per una singola maglietta di cotone possono volerci 2.700 litri d’acqua, in un processo che genera 10kg di CO2. Il mercato del second hand argina l’impatto ambientale della produzione di nuovi capi, riduce gli sprechi e permette nuovi margini e profitti.Sono nate tante piattaforme che basano il proprio business sulla second hand economy, sul riuso, e altre si sono adeguate al trend, come Zalando, ad esempio, che ha aggiunto anche una sezione dove gli utenti possono acquistare e vendere prodotti usati.
Il mercato dell’usato rileva nuova importanza in questo contesto, attraendo nuove fasce di clienti e coinvolgendo i proprietari di e-commerce anche in Italia.
Si tratta di prodotti, di solito usati, che vengono rigenerati e rimessi a nuovo, introdotti nuovamente sul mercato a un prezzo più basso, ma a una qualità simile o pari a un prodotto nuovo. Il tutto con un processo attento, certificato e dotato di garanzia.
Infine dunque possiamo dire che una sezione del e-commerce al second hand: è eco-friendly, consumatori e consumatrici dopo la pandemia sono sempre più attenti a fare scelte sostenibili e introdurre una sezione dedicata all’usato permette un successo Green per la commercializzazione dei prodotti.
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